Interviste – Giulio Yun Napoletano

The little scream ® acrilico su cartone Yun N Graphic 2014

[The little scream ® acrilico su cartone Yun N Graphic 2014]

GRUPPO AVAMPOSTI intervista l’artista Giulio Yun Napoletano*

1. In sole tre parole cosa rappresenta l’arte per te?

Giulio Yun Napoletano: Fede, motivazione, evoluzione reale.

2. Quale opera d’arte pittorica del dopoguerra ad oggi vorresti avere su una tua parete?

GYN: “Falco Biancone” di Antonio Ligabue o una illustrazione di Henry Darger.

3. Cosa offre e cosa toglie l’arte nel web per un artista non affermato?

GYN: Il web dovrebbe esser preso come una opportunità di diffusione e dialogo tra gli artisti e tra tutti coloro che amano l’ arte. È uno strumento, quindi soggetto ad usi e abusi.
Sono dell’opinione che se la qualità di una espressione è alta allora il web è uno strumento che può educare ed elevare l’ individuo dalla sue illusioni medie.
Non biasimo il ferro, ma il fabbro.
.
4. Ritieni giusto pagare per esporre o per partecipare a qualunque iniziativa facilmente proposta via web?

GYN: No di certo, soprattutto sul web.

5. Dicci un libro, un film e un disco che ti hanno particolarmente colpito negli ultimi due anni.

GYN: Io guardo moltissimi film, anche 2 o 3 al giorno, per non parlare di  serie, cartoni animati, anime e video su youtube. Sono ingordo di immagini ed idee nuove per i miei lavori. Ero molto emozionato di vedere il nuovo Godzilla o i Guardians of Galaxy. Non credo di riuscire a sintetizzare le mie preferenze con un nome dato che Dead Poets Society risale a parecchio tempo fa. Per quanto riguarda i libri sono uno studioso di Lovecraft e sono rimasto molto impressionato dal giapponese Junji Ito che ha scritto e disegnato “Uzumaki” ( un fumetto tanto per intenderci). Per la musica sono molto schizzinoso: amo ascoltare la mia musica classica e molto metal, anche se Slipknot e Rammstein rimangono per me alcuni dei pochi gruppi davvero fecondi di questo periodo. Non c’è abbastanza fuoco nell’aria per una musica che accenda grandi emozioni.

6. Invece vorremo sapere il nome di un artista straniero e uno italiano che ami, sempre dal dopoguerra ad oggi…

GYN: Indubbiamente Antonio Ligabue per gli italiani (per me rimane l’arte selvaggia la più pura, la più densa, al di là di ogni movimento). Poi per gli stranieri Friedensreich Hundertwasser, che oltre che un grande artista era un grande ideologo e sognatore di mondi.

7. Tornando sul tema web, per un artista non pensi che tutto si sia inflazionato perdendo smalto e corposità, disperdendosi senza lasciare alcun segno?

GYN: Se più lavori di qualità vengono prodotti  e distribuiti è anche responsabilità del pubblico e dei media riceverli e comprenderli. L’ interesse per l’ arte riguarda la sensibilità alle immagini e ciò che ne scaturisce. Tutto lascia un segno, il cercatore lo trova sempre.

8. E se la pensi così dove stanno la colpa e il problema? E cosa consiglieresti?

GYN: Abbiamo accettato la gabbia del senso medio troppo a lungo. Dobbiamo abbattere la barriera del concreto e accettare la vittoria del pensiero e della creazione reale che ne scaturisce. La verità dell’ ambiguo, della variabilità e della multi dimensionalità.

9. In poche parole: se fossi un curatore artistico scommetteresti sul tuo lavoro investendo tempo e denaro?

GYN: Certo.

10. Un libro o un saggio sull’arte che vorresti consigliare?

GYN: Suggerirei solo di osservare la bellezza che ci circonda, cercare di interiorizzarla e sublimarla. Fermarsi di fronte ad un opera d’ arte e riflettere a lungo se la sua esteriorità ci colpisce; se ci ha colpiti bisogna investigare dentro noi stessi il richiamo. Sono per un approccio diretto al di là di ogni forzatura teorica operata da terzi.

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*Giulio Yun Napoletano: “Il mio nome è Giulio (o Yun N Graphic) e sono studente all’Accademia di Belle Arti di Anversa (Belgio). Amo prima di tutto le opere di Bruegel il Vecchio, James Ensor, Antonio Ligabue che insegnano che ironia e puro istinto sono le chiavi per un’arte più potente e intrigante.
Mi piace leggere opere di fantascienza, orrore e mondi fantastici, poiché attraverso l’irreale si comunica con il reale più attivamente. Adoro i fumetti e le novelle grafiche che insegnano che un grande artista non ha bisogno di nascondersi dietro ottusi atteggiamenti da parruccone e snobismo letterario.
Essendo uno studente non ho ancora uno stile o un segno completamente definito, ma cerco attraverso i miei scenari di costruire una immagine comprensibile in cui l’osservatore si senta parte di una storia, una considerazione o di una assurdità; come se le tende di un teatro si aprissero nella sua fantasia.
Ho esposto per la prima volta nel 2009 ad Agropoli (esperienza ripetuta anche nel 2010).
Successivamente ho esposto i miei lavori ad Anversa in differenti occasioni, tra cui la mostra celebrativa per i 350 anni dell’Accademia di Belle Arti di Anversa (dove sono stato scelto tra i Best 30 of the 350)”.

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